L'Amalfi uscì dal porto di Venezia prima dell'alba del 7 luglio 1915 ed insieme alle torpediniere Calipso e Procione fece rotta verso un punto di incontro a circa 30 miglia della costa veneta, dove doveva unirsi con le squadriglie dei cacciatorpediniere Bersagliere ed Impavido, per dirigersi successivamente verso Pola per cercare di colpire le flottiglie di motosiluranti austriache che imperversavano lungo la costa veneta.
Ma alle 4 del mattino, dopo che aveva percorso più o meno venti miglia, fu avvistato dal periscopio del sommergibile austriaco U-26 che lanciando un siluro colpì la nave nel locale caldaie, provocando lo sbandamento della nave di circa 20'.
Dopo un primo tentativo di salvataggio della nave, quando il Comandante si accorse che ormai la nave era destinata ad affondare diede l'ordine di abbandono nave.
Durante il corso dell'abbandono nave nel giro di 6 minuti la nave si appruò e si capovolse con le eliche ancora in moto, che causarono il ferimento di alcuni naufraghi tra cui il Direttore di Macchine che perse un braccio.
Alla fine, malgrado la velocità dell'affondamento i naufraghi salvati furono 682 a fronte di 72 tra morti e dispersi.